Il medico delle terme: Annibale Bastiani

Annibale Bastiani si può senz’altro ritenere come uno dei medici più importanti della storia di San Casciano.

Nasce a San Casciano dei Bagni il 25 settembre 1721. Il babbo, Jacopo Filippo, era medico da noi e trasmetterà al figlio la passione per la professione medica e per la conoscenza delle nostre acque termali, infatti entrambi scriveranno un trattato su di esse.

Annibale non fu solamente un medico, ma un vero e proprio appassionato di scienze, tanto da essere in stretto contatto con gli ambienti scientifici toscani, come con il medico e naturalista Targioni Tozzetti e l’Accademia dei Fisiocritici di Siena.

Giovanni Targioni Tozzetti lo descrive come abilissimo Medico delle Comunità di S. Casciano e Celle, ma che in qualunque gran Città potrebbe far meglio spiccare il suo sapere, ma Annibale preferì restare sempre nel suo borgo natio anziché ricercare prestigiose carriere accademiche altrove. Per il Granduca Pietro Leopoldo il Bastiani era uomo di talento ed intelligente.

Come detto, scrisse un trattato sui Bagni di San Casciano, nel solco di una singolare tradizione che vedeva, a partire da Andrea Schiavetti nel 1585, pubblicare ogni 50/70 anni un volume sulle qualità delle nostre sorgenti, sulle loro applicazioni terapeutiche e sulle modalità di utilizzo. Annibale Bastiani pubblicò a Firenze nel 1770 il suo “Analisi delle acque minerali di S. Casciano de’ Bagni e dell’uso di esse nella medicina”, e così presentò il suo lavoro:  In questa piccola Opera, oltre la Descrizione della Terra, e Campagna Cassianense, vengono descritte nel secondo e terzo Capitolo le numerose scaturigini delle nostre Acque; si dà intanto ragguaglio degli antichi monumenti scoperti a mio tempo intorno ad esse; e si dimostrano le diversità, e gli Elementari ingredienti delle medesime. Nel quarto Capitolo si riportano le prove analitiche, e le sperienze replicate da me col metodo del mio Genitore; ed in riprova delle di Lui scoperte, vengono aggiunti alcuni tentativi da me fatti con metodo diverso; indicandosi perfino tuttociò che ha relazione all’uso di esse acque, delle quali volendosi i più diffusi ragguagli, potranno riscontrarsi gli Autori che in appresso si noverano, i quali in diversi Secoli delle medesime favellarono.

Per l’Accademia dei Fisiocritici di Siena pubblicò due studi: Storie d’innesti fatti in S. Casciano Bagni, del 1761 e Istoria medica illustrata con riflessioni sopra un animale bipede, evacuato per secesso in Cardialgia verminosa, del 1781.

Insieme al medico condotto di Sarteano Giuseppe Guazzi pubblicò, nel 1769, il volume Perizia sopra certo Grano, Segala, e farina di Grano, fatta in Sarteano avanti l’Illustrissimo Signore Marchese Cosimo Cennini uno dei componenti l’Illustrissima Deputazione sopra la Sanità della Città, e Stato di Siena.

Nel 1793 polemizzò con il Dottor Lodovico Coltellini sulle Novelle Letterarie Fiorentine a proposito di quali vegetali fossero stati utilizzati per i papiri.

Ma è l’Antologia Romana, nel Tomo XXII del 1796, che ci rivela la sapienza medica di Annibale Bastiani: rinomato medico ai bagni di san Casciano aveva fatto due simili esperienze fino al 1763; cosicché egli pare il primo medico toscano che siasi servito contro il veleno della vipera di questo efficacissimo presidio. Il rimedio del quale si parlava era quello contro il morso delle vipere e consistente nell’iniettare in vena l’antidoto: Se il veleno della vipera agisce sul sangue e suoi vasi, il più efficace metodo di cura sarà quello d’introdurre le medicine all’immediato contatto del sangue e de’ vasi. Quindi fu tentata la iniezione de’ rimedj nelle vene collo stesso metodo col quale prima era stato iniettato il veleno, e gli uomini morsicati guarirono. Era un metodo che fino ad allora non era stato praticato che da alcuni valenti uomini in Toscana e, fra questi, il primo fu appunto il nostro Annibale Bastiani che lo sperimentò su un giovane robusto di venti anni morsicato da una vipera, dopo ott’ore erano cessate le azioni volontarie, ed erano presso al termine anche le vitali …  gli feci aprire la vena media prima del destro e poi del sinistro braccio, ed appena che uscite furono poche goccie di sangue gli feci introdurre nel taglio fatto dalla lancetta l’apice di un piccolo schizzetto pieno di spirito o olio di corno di cervo, e con forza quello spremere a seconda del ritorno del sangue al cuore. Circa dieci minuti dopo il giovane semivivo mosse alquanto le braccia, parve si riscuotesse dai languori di morte, ed alcune ore dopo avendogli fatto inghiottire un cucchiaro del sopraddetto liquore, l’ammalato moribondo guarì benissimo. Il secondo caso egualmente felice in un altro contadino collo stesso metodo seguì nel 1778.

Ma l’interesse del Bastiani non era solo quello della scienza, ma anche quello di migliorare la qualità della vita nel nostro paese e la sua storia e salvaguardare le terme in un periodo dove ne era iniziata la decadenza.

Lo troviamo infatti impegnato ad insistere con le autorità municipali per risolvere i gravi problemi che rendevano l’aria di San Casciano malsana, cosa che oggi stenteremo a credere possibile ma che all’epoca era invece drammaticamente presente e dovuta a due cause principali: l’uccisione delle bestie e l’essiccazione delle pelli all’interno del centro abitato ed il ristagno d’acqua nella piana dei Prati. La sua insistenza portò il Comune a vietare, nel 1783, l’uccisione degli animali in paese e obbligando tutti ad essiccare le pelli fuori delle mura ed a realizzare, fra il 1791 e il 1792, il formone che contribuì a prosciugare la “palude” presente ai Prati. Più difficile fu invece la sua battaglia nel salvaguardare l’integrità degli stabilimenti termali del Bagno Grande e del Bagno Bossolo, promuovendo continui interventi di consolidamento statico delle strutture che, con il passare del tempo, divenivano sempre più onerosi ed impegnativi. Con lui vivo rimasero comunque entrambi in piedi ed attivi, poi la situazione degenerò e si giunse alla loro completa demolizione nella seconda metà del XIX secolo.

L’amore per San Casciano lo portò a conservare reperti archeologici, minerali e fossili da lui rinvenuti nei dintorni di San Casciano in quello che definì il mio piccolo, e patrio Museo Cassianense. Di questa collezione non se ne sa più nulla.

Il 24 ottobre 1769 ebbe l’occasione di illustrare le proprietà delle nostre acque termali direttamente al Granduca Pietro Leopoldo durante la sua visita a San Casciano; Pietro Leolpoldo, mentre beveva due bicchieri dell’acqua della Ficoncella, al riparo del portico eretto da Ferdinando I, ascoltava la presentazione del Bastiani, rimanendo favorevolmente colpito dal calore e dall’abbondanza delle sorgenti termali. E di tutte le località termali della zona nelle sue relazioni sul viaggio nella Valdichiana, il Granduca ricorderà solo le nostre se si esclude l’annotazione della presenza di una grande vasca per i bagni presente a Bagno Vignone. L’interesse del Granduca si manifesterà poco dopo con il finanziamento della strada di collegamento fra San Casciano e la Strada Romana a Radicofani, nel restauro degli edifici dove si praticavano le cure, nel rifacimento della Collegiata di San Leonardo e nella ricostruzione del paese dopo il terremoto del 1777. Il Bastiani, nella sua opera sulle acque sancascianesi, proporrà al Granduca che fosse risarcita per breve tratto di quattro miglia anche quella strada che porta a Città della Pieve, la quale, come nei tempi della Romana Repubblica comunicherebbe con la Strada Perugina, e per essa con la Val di Chiana, coll’Umbria, con la Marca, e con tutta l’alta Italia.

Annibale Bastiani, dopo sei mesi di dolorosa malattia, morì a San Casciano il 16 aprile del 1801, al termine di una vita spesa tra l’amore per la scienza e quello per il nostro paese.

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