Giovanni Francesco Buonamici: il cognato di Galileo Galilei

Il 2 luglio 1641 Paraninfo Ascani registra l’arrivo di Giovanni Francesco Buonamici da Prato nella sua casa.

Giovanni Francesco era nato a Prato nel 1592 e, seppur presa la laurea in Legge, era un appassionato di scienze naturali e questo lo portò ad avere stretti rapporti con Galileo Galilei, ma come spesso succede non si dedicò alla carriera forense per la quale aveva studiato, né alla carriera scientifica come gli sarebbe piaciuto, ma divenne un abile diplomatico. Iniziò il suo percorso al servizio dell’ambasciatore toscano a Roma, il Marchese Cosimo Riccardi, nel 1620. Nel 1622 divenne segretario del nunzio pontificio a Vienna Carlo Carafa e nella capitale dell’Impero conobbe e sposò la pratese Alessandra Bocchineri, dama d’onore dell’imperatrice Eleonora Gonzaga. Il matrimonio lo introdusse alla corte viennese e passò quindi al servizio dell’arciduca Carlo d’Asburgo, seguendo quest’ultimo nel 1623 alla corte spagnola. Morto l’arciduca mentre erano a Madrid, Giovanni Francesco divenne agente presso Filippo IV del duca Volfango Guglielmo del Palatinato-Neuburg, rimanendo a Madrid sino al 1631. Per il regnante dello stato tedesco Giovanni Francesco si adoperò presso la corte spagnole perché al Duca Volfango fossero riconosciuti gli indennizzi per i danni causati dai soldati spagnoli nei suoi domini, il titolo di “serenissimo” e la nomina a Principe Elettore. Sulle prime due questioni il Buonamici portò a casa il risultato sperato, sull’ultima invece non no, ma nonostante questa delusione, il Duca lo promosse a consigliere di Stato e consigliere privato. Un altro importante riconoscimento Giovanni Francesco lo ottenne nella sua patria natale, il Granducato di Toscana, dove fu ammesso nel settembre del 1624 nell’Ordine mediceo di S. Stefano.

Nel 1629 il terzo figlio di Galileo Galilei, Vincenzio, sposa Sestilia Bocchineri, cognata del Buonamici e questo permette a Galileo e Giovanni Francesco di conoscersi ed iniziare un lungo scambio epistolare ed una reciproca collaborazione nel presentare nelle rispettive corti i loro progetti.

Nel 1630 il Buonamici fu incaricato dal Duca di Neuburg di portarsi a Roma per cercare di ottenere la dispensa pontificia per permettere il matrimonio del Duca con la duchessa Dupont una sua cugina non cattolica. Anche questo incarico fu portato a termine con successo Dal Buonamici.

Frattanto, nel 1632, Galileo Galilei pubblicava il suo “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”, esponendosi così all’attenzione del Sant’Uffizio ed al successivo processo.
Giovanni Francesco Buonamici, i diplomatici toscani e quelli veneziani sconsigliavano Galileo a rispondere alla convocazione del 28 settembre 1632 a Roma.

Le pressioni del Papa Urbano VIII non consentirono allo scienziato toscano di sottrarsi al processo ed il 20 Gennaio 1633 partì da Firenze alla volta di Roma. Complice la peste che si era sviluppata nel Granducato, Galileo Galilei fu costretto a rimanere in quarantena vicino a noi, presso Centeno dal 23 gennaio al 10 febbraio 1633. Il processo si concluse con la condanna del Galilei: Ti condanniamo al carcere formale in questo S.o Off.o ad arbitrio nostro; e per penitenze salutari t’imponiamo che per tre anni a venire dichi una volta la settimana li sette Salmi penitenziali: riservando a noi facoltà di moderare, mutare o levar in tutto o parte, le sodette pene e penitenze.

Giovanni Francesco Buonamici lasciò Roma poco dopo la fine del processo al cognato, tornando in Toscana dove, dopo aver ottenuto il congedo dal duca di Neuburg, fu nominato dal granduca Ferdinando II alla carica di governatore degli “spedali” di Prato (1634). Morì a Prato il 10 gennaio 1669.

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