I Visconti di Campiglia: le origini

Abbiamo conosciuto Monaldo di Giovanni dei Visconti di Campiglia, iniziando così dalla fine della dinastia feudale di San Casciano, ma chi erano questi Visconti di Campiglia che per mezzo millennio hanno governato i nostri paesi: San Casciano, Fighine e Celle sul Rigo? proviamo a conoscerli più da vicino.

Le origini di questa dinastia sono alquanto incerte e nebulose. Le ipotesi più attendibili sono quella che li vuole di origine salica (come i conti di Marsciano, i signori dell’Ardenga, i Manenti di Sarteano, discendenti degli antichi conti carolingi che presero il posto dei duchi longobardi all’indomani della sconfitta di questi ultimi da parte di Carlo Magno) e quella che li ritiene un ramo degli Ardengheschi, signori di Pari, di Civitella e di Montagutolo, e quindi sub feudatari dei conti Aldobrandeschi. A favore di quest’ultima ipotesi, a parte il fatto che il cognome di Visconti ha, come nel caso di Milano e Pisa, origine dalla carica di vice-conti e quindi vassalli in una contea, sono tutta una serie di documenti che legano i Visconti alla potente famiglia dei conti Aldobrandeschi: nel maggio del 1221 Federico II conferma a Ildobrandino Aldobrandeschi, conte palatino, Grosseto ed altri luoghi, inoltre prende sotto la protezione imperiale il Conte et fideles nostros et comitis memorati, fra i quali, Ugolinum filium vicecomitis de Campilio. Nel 1215 la contessa Adelasia Aldobrandeschi, madre di Ildobrandino, sposa in seconde nozze Napoleone dei Visconti di Campiglia; nel 1216, all’atto della divisione della contea fra Ildobrandino ed i suoi fratelli Bonifazio, Guglielmo e Ildobrandino minore, fra i testimoni figura anche Tancredi dei Visconti di Campiglia. Altri documenti legano i Visconti agli Ardengheschi: il 6 settembre 1179 i conti di Pari, di Civitella e gli altri signori dell’Ardenghesca prestano giuramento di difendere Siena dai suoi nemici ad eccezione, naturalmente, dell’imperatore e di alcuni dignitari ecclesiastici, nonché di alcune famiglie nobili, fra le quali appunto i Visconti di Campiglia, segno che esisteva fra le due famiglie qualche vincolo di parentela o di altro consorzio; ancora, il 13 giugno 1194, Rustico dei Visconti di Campiglia dona, insieme ai conti di Civitella, il patronato che insieme avevano sulla chiesa di Santa Maria in montibus presso Civitella alla badessa di Montecellesi.

Non è da escludere nemmeno l’ipotesi che i Visconti di Campiglia siano stati di origine longobarda e quindi legati al Duca di Chiusi dall’istituto del gasindiato. Monaldo, uno degli ultimi Visconti, nella prima metà del XV secolo, affermerà che i suoi antenati provenivano dall’Ongaria, regione di provenienza dei longobardi, come affermano anche il Tommasi nelle sue “Historie di Siena” del 1625 (Fiorivano in quel tempo i Longobardi in Ongaria, gloriosi nell’arme, e nella perizia dell’arte militare) ed il Monaldeschi nei “Commentari Historici” del 1584 (… doppo vennero i Longobardi, sotto Alboino lor Re; il quale dimorando a quel tempo in Ungaria …).

E’ noto che la successiva dominazione franca non avvenne tramite immigrazione di popolo, ma attraverso lo stanziamento di piccoli nuclei armati per il controllo delle aree urbane e delle vie di comunicazione. Questi nuclei erano al servizio di conti, che a loro volta erano strumenti del potere regio grazie alla loro provata fedeltà ed a vincoli di giuramento. Non sempre i collaboratori dei conti erano di origine franca, ma trovavano spazio anche i longobardi che ormai, specie dopo il fallimento della rivolta del 776, avevano accettato il potere carolingio. In un capitolare emesso intorno al 782 da Pipino, figlio di Carlo Magno e Re d’Italia, si legge che lo stesso re era circondato da vescovi, abati, conti et altri fedeli nostri franchi e longobardi che sono con noi o hanno soggiorno in Italia. Sempre il Tommasi ricorda che Carlo Magno introdusse il nuovo governo in questa forma; I Duchi, comandò, che rimanendo liberi solamente havessero obligo di riconoscere il Re del Censo ordinato; obligandoli a se con certa forma di giuramento, nel quale promettevano d’essere fedeli a lui, ed ai suoi figliuoli, durante la vita loro, senza inganno, e senza frode. Ed ancora I confini del Regno, ed i Castelli … diede in governo ai Conti … E di qui è che in molti contratti, cotali nobili si appellano Conti in Toscana, come sono frà nostri gli Aldobrandeschi di S. Fiore; i Salvani, ed i Cacciaconti, che si dicevano, ed erano Conti Scialenghi; gli Ardengheschi, o Incontri grandi, e potenti signori, nelle parti di Maremma, e di Valdimersa, e della Bellardenga: de’ quali stimo fussero i Signori di Monte Aperto, li Soarzi di Staggia, e que’ di valdistrove, que’ di Sassoforte, i Visconti di Campiglia, ed altri molti. Di questi alcuni vennero ad essere di origine Longobardi confermati nella magnanimità di Carlo nelle Signorie, che possedevano.

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