I Visconti di Campiglia: Monaldo di Giovanni

Monaldo fu il penultimo Signore di San Casciano, a lui dobbiamo ciò che siamo oggi e la nostra storia degli ultimi 610 anni. Con la firma dei patti con Siena, il 15 giugno 1412, Monaldo ci ha reso toscani, cosa che non era scontata all’epoca, dati i suoi stretti rapporti politici e familiari con i Monaldeschi della Cervara di Orvieto. Senza quella firma e quella storica scelta, molto probabilmente la nostra storia sarebbe stata diversa, invece che toscani potevamo essere laziali o umbri, in provincia di Viterbo o in quelle di Terni o Perugia … chissà.

L’avvicinamento di San Casciano a Siena comunque non rappresentò uno strappo repentino alla politica fino allora intrapresa da Monaldo. Infatti il Visconti se da un lato stipulava, nel 1383 e 1386, trattati di accomandigia tra San Casciano e Siena, dall’altra non tradiva l’alleanza con i Monaldeschi della Cervara e quindi continuava ad interessarsi in modo attivo alle vicende politiche orvietane. Inoltre continuava a mantenere buoni rapporti con Firenze, l’eterna nemica di Siena, nel 1389 addirittura ne ricoprì la carica di potestà: a Firenze havea preso il sommo magistrato Ghino Anselmi la quarta volta, et che reggeva la podesteria Monaldo da Sancasciano Conte di Campilia, e il capitanato del Popolo Giovanni de Tesolardi cavaliere da Fermo e suo figlio Giovanni, nel 1390, fu nominato cavaliere dai fiorentini nel mezzo di una battaglia proprio sotto le mura di Siena.

Questi suoi rapporti con gli orvietani ed i fiorentini erano mal tollerati dai senesi che nel 1404 inviarono un loro esercito per togliere San Casciano a Monaldo, ma il provvidenziale intervento della cavalleria orvietana li costrinse alla ritirata.

L’avanzare dell’età indusse Monaldo a lasciar perdere le continue guerre alle quali lo costringevano le fazioni orvietane ed allo stesso tempo a stringere rapporti più amichevoli con i senesi. Il 15 giugno 1412, ormai vecchio e deciso a vestire l’abito religioso, Monaldo sottoscrisse una convenzione con la quale legava San Casciano a Siena, l’accordo prevedeva: che Monaldo ed i suoi dovessero ricevere nelle loro terre e castelli i soldati del comune di Siena; che le milizie di Monaldo dovessero fare cavalcate su richiesta di Siena, eccetto che nel territorio perugino; che la convenzione avesse una durata di 28 anni; che San Casciano dovesse accogliere tutte le truppe che vi fossero state inviate da Siena; che i sancascianesi fossero sottoposti ad un giusdicente senese nominato dai Nove e scelto fra una terna di notai; che i sancascianesi dovessero pagare ogni anno un Palio del valore di 12 fiorini d’oro per la festa di S. Maria d’Agosto; che si dovesse dipingere sulla porta di San Casciano lo stemma di Siena; che i sancascianesi dovessero giurare fedeltà a Siena; che il comune di Siena dovesse difendere e proteggere San Casciano ed i suoi uomini da tutti coloro che avessero tentato di offenderli.

Questo atto fu stipulato dai notai Niccolo di Bardo e Giovanni di Cristofano nel Concistoro, a rappresentare Siena vi erano i Priori ed i Governatori della città, San Casciano era rappresentato da Antonio di Mechismagno, Masimolo di Cataluccio, Angiolo di Cecco detto Favella e Antonio Pucciarello.

Il Consiglio Generale aveva inoltre deciso, il 13 dicembre 1412, di ascrivere Monaldo de Visconti di Campiglia alla Milizia della Gloriosa Vergine Maria e nominarlo Cavaliere Gaudente, inoltre, visto che lo stesso Monaldo aveva espresso la volontà di ritirarsi a vita religiosa tra i frati serventi lo Spedale di S. Maria della Scala, fu ordinato al Rettore dello Spedale che provvedesse a concedergli una abitazione e che il Camarlengo di Biccherna gli pagasse ogni mese tré fiorini d’oro.

Il 24 aprile 1413 fu celebrata nella Cappella dei Priori dal Potestà di Siena Francesco di Tommaso Panciatichi, con grandissima solennità e pompa, l’investitura a Cavaliere di Rodi di Monaldo.

Il definitivo passaggio di San Casciano nello stato senese non trovò, come detto, l’accettazione passiva di Orvieto che nel 1414 inserì al sesto punto degli accordi con Re Ladislao la restituzione della Terra Sancti Cassiani nel caso fosse stata conquistata dallo stesso re.

I senesi avevano esteso la loro giurisdizione anche su Fighine, dopo che questa, in seguito alla morte di Baldaccio d’Anghiari, che l’aveva occupata, aveva firmato una capitolazione nei confronti di Siena il 2 ottobre 1441. Per garantirsi da eventuali rivendicazioni su Fighine i senesi decisero di svolgere una ricerca su chi vi avesse potuto avanzare diritti, alla fine risultò che solo i Visconti di Campiglia avrebbero potuto creare problemi. Iniziarono quindi i contatti con Giovanni, che era succeduto a Monaldo morto il 3 maggio 1443, il quale il 10 ottobre cedè a Siena non solo i diritti dei Visconti di Campiglia su Fighine ma anche quelli che aveva su San Casciano.

L’uscita di scena dei Visconti di Campiglia rappresentò per  San Casciano l’inserimento totale ed incondizionato nella Repubblica Senese.

Il 15 giugno del 1412 è sicuramente una delle date fondamentali della storia di San Casciano, quel giorno Monaldo dei Visconti di Campiglia ha deciso il destino di tutti noi. Senza la sua scelta, libera, per i senesi sarebbe stato difficile conquistare militarmente San Casciano, il tentativo del 1404 fallì per l’intervento dell’esercito orvietano, e considerate le difficoltà incontrate per l’annessione definitiva di una Fighine spopolata e semidistrutta, risolte solo da un papa senese quale fu Enea Silvio Piccolomini ed una relativa indifferenza di Orvieto al destino di quel castello, per San Casciano il discorso sarebbe stato diverso dato che gli orvietani non si rassegnarono alla sua perdita nemmeno dopo la sottomissione spontanea del 1412, a soluzioni di forza avrebbero quindi risposto, come nel 1404, con la forza.

La Balzana orginale

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