L’ultimo soggiorno: Bartolomeo Passerini

Nella nostra Collegiata, a sinistra della porta laterale della navata di destra, c’è una piccola lapide in latino che ricorda uno dei bagnajoli che sono morti a San Casciano durante le loro cure. Proviamo a scoprire chi era Bartolomeo Passerini, questo sfortunato ospite deceduto nel 1639 in seguito a gravi febri.

Purtroppo non abbiamo notizie dai registri locali: le registrazioni nello “Spoglio dei Bagni” hanno un buco temporale che va dal 1635 al 1641 e quindi non possiamo conoscere la data del suo arrivo a San Casciano e da chi fosse stato ospitato; i registri dei morti dell’archivio parrocchiale partono dal 1705 e non possiamo conoscere i dettagli del suo decesso.

L’iscrizione ci ricorda che era un diacono della Basilica di Sant’Eustachio a Roma, uno dei luoghi di preghiera di San Filippo Neri, morto appena 44 prima del nostro Bartolomeo. Uno dei titolari della Diaconia di Sant’Eustachio fu Ferdinando de’ Medici quando ancora era Cardinale, che poi sarebbe divenuto il Granduca di Toscana che volle la realizzazione del Portico presso la sorgente della Ficoncella.

Ma con Bartolomeo ci riallacciamo in qualche modo alla famiglia di Papa Urbano VIII, in particolare alla figura del Cardinale Francesco Barberini (1597-1679) del quale fu maestro di casa. Entrambi erano di origine fiorentina, Bartolomeo si occupava della gestione delle finanze del “Cardinal Nepote”, ad esempio lo troviamo citato tra le “carte strozziane” dell’Archivio di Stato di Firenze quale pagatore delle spese del Cardinale durante le sue missioni diplomatiche in Spagna e Francia. E di lavoro in questo senso Bartolomeo doveva averne molto, Francesco infatti rivestiva in modo perfetto il ruolo di “Cardinal Nepote”, la formula che si usava per indicare la figura più importante della cerchia familiare di un pontefice, ruolo che se svolto bene (come lo fu per Francesco) diveniva il fulcro del rafforzamento politico e patrimoniale della famiglia papale. Francesco era quindi una sorta di primo ministro che sostituiva lo zio Urbano VIII negli affari temporali.

A raccogliere il testamento di Bartolomeo Passerini fu il secondo Arciprete della nostra Collegiata, Don Rutilio Starni il quale avrà modo di incrociare nuovamente, da lontano, il Cardinale Francesco Barberini durante la prima Guerra di Castro.

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