Un ospitalità particolare: il convento dei Cappuccini. Il miracolo

Rimaniamo ancora sul tema del Convento dei Cappuccini di San Casciano.

Siamo nel 1662, in pieno inverno. La neve è già alta e continua a cadere, sarà difficile per i frati uscire per la consueta cerca, né si può sperare nella carità della popolazione del contado “amorevolissimo, et affezionatissimo, intanto che è cosa di stupore veder le Domeniche, e le Feste i contadini, sia uomini come donne portar al Convento pane, vino, legumi, frutte, agnelli, latticinii, et altre robe in molta copia, secondo la qualità delle stagioni; senza che di ciò venga dato loro altro impulso, eccetto quello che suggerisce loro la propria divozione”, ma di certo nessuno si sarebbe avventurato fuori di casa con quel tempo.

I frati guardavano la neve cadere giù e intanto si avviavano verso il refettorio, discorrendo preoccupati su quante scorte di cibo fossero rimaste e timorosi di come sarebbero sopravvissuti in tale penuria. Si erano appena seduti quando sentirono suonare la campanella della porta, si guardarono tutti stupiti, chi mai si sarebbe spinto fin lassù con questo tempo da lupi?
Il frate portinaio Girolamo d’Arcidosso si alzò, e imbacuccatosi alla meglio andò ad aprire. Alla porta non c’era nessuno, non si vedevano nemmeno le tracce sulla neve, nonostante ormai fosse alta. Guardò la campanella e questa era ricoperta dalla neve, cosa strana perché avendo suonato sarebbe dovuta cadere.
Guardò meglio fuori e vide due pani sulla neve.

Chiamò gli altri frati e tutti insieme presero i pani rammaricandosi di non aver avuto fiducia nella Divina Provvidenza che “con quella provisione improvvisa gli haveva voluto tacitamente riprendere della loro ansia, e sollecitudine, et imperfezione di confidenza”.

Pentiti, ripresero piena fiducia nella Fede e furono sicuri che qualsiasi cosa “li fosse mancato nei giorni a venire potevano sperare, che haverebbe saputo, potuto, e voluto provederli”.

Per benedizione i frati mangiarono una parte dei pani, mentre un’altra la vollero conservare per devozione.

Intanto la notizia del miracolo si sparse per San Casciano ed i paesi vicini e in tantissimi raggiunsero il Convento, nonostante la neve, portando “varie cose per il vitto loro con gran carità”, così come in tanti chiedevano un pezzettino di quei pani miracolosi.

E miracolosi lo furono senz’altro per un bambino ammalato e in fin di vita il quale, dopo avergli dato da mangiare un pezzetto di quel pane, recuperò la vita e la salute. 

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