Dell’insigne Collegiata di San Leonardo: Il percorso di costituzione

Perché nasce la Collegiata? Principalmente per un motivo molto terreno, porre fine ad una lite che divideva la Comunità dalla Chiesa in merito alla proprietà di alcuni terreni detti “della Chiesa”. Era una causa che si protraeva da tantissimi anni, se è quella che si discuteva a Roma addirittura dalla metà del ‘500. Le spese per la Comunità erano insostenibili e per di più era discussa davanti al Tribunale Ecclesiastico, aspetto che non faceva pensare ad una soluzione favorevole all’autorità civile.

Nel 1616 il Podestà Antonio Maria Costanti, riuscì a trovare un accordo con Monsignor Orazio Spannocchi, Vescovo di Chiusi, proponendo alla Comunità di San Casciano di costituire una Collegiata “di sei, ò otto Canonici” dotandola dei terreni contesi.

La proposta venne accolta nel Consiglio Generale del 17 aprile 1616, “per trarre sia le liti, et discordie, che più volte sono state, et di nuovo suscitate, tra la Comunità, e preti”, confermarvi lo jus patronato della Comunità (ovvero il diritto di scegliere e presentare i sacerdoti all’approvazione del Vescovo), rinvigorire la fede dei sancascianesi, dare maggior lustro a San Casciano “sarà à gloria di Dio Onnipotente reputazione di questa Terra, tanto visitata da Forestieri”, ed infine l’aspetto economico: poter lavorare nuovamente le terre contese.

Fin qui la cosa era stata facile, rimanevano gli aspetti burocratici. Serviva innanzitutto l’autorizzazione da parte dei Quattro Conservatori della Città e dello Stato di Siena a presentare al Granduca la richiesta di approvazione. Furono necessarie due ambascerie a Siena di Sallustio Starni Drelli per cercare di avere una risposta dai Conservatori prima dell’avvicinarsi della scadenza della divisione delle terre fra la Comunità e la Chiesa e la probabile sentenza del Tribunale Ecclesiastico.

Nel frattempo le iniziative dei due curati Porzionari, don Orazio Fabbrucci e don Camillo Bulgarini, rendevano instabile l’equilibrio raggiunto dall’ex Podestà Costanti. Il terzo Porzionario Salvatore Priori era morto, e la successiva elezione da parte del Consiglio Generale della Comunità di don Domenico Fabbrucci doveva sbloccare la situazione. Dapprima quest’ultimo rilevò una difficoltà a Roma non da poco, per la costituzione della Collegiata era necessaria una ingente somma: 12mila ducati, alla quale si dovevano aggiungere le spese per i Canonicati. Ancora una volta fu il Vescovo a trovare una soluzione, affermando di poterla costituire lui con minore spesa in occasione della sua Visita Pastorale, ma ponendo quale condizione la rinuncia preventiva della Comunità al possesso delle terre contese, questo avrebbe significato la rinuncia allo jus patronato, aspetto irrinunciabile per l’intera comunità, e che comunque avrebbe avuto la necessità dell’approvazione granducale. Viene quindi inviato a Siena Bernabè Starni per avere istruzioni.

Si arriva quindi al Consiglio del 10 giugno 1618 dove si legge la lettera datata 7 giugno, dei Quattro Conservatori al Podestà con la quale comunicavano alla Comunità la decisione del Granduca Cosimo II di delegare don Domenico Fabbrucci a trattare il negozio della Collegiata con il Vescovo di Chiusi. Il 14 ottobre 1618 il Consiglio Generale della Comunità può quindi eleggere le prime dignità capitolari della nuova Insigne Collegiata sotto il titolo di San Leonardo. Ci vollero quindi due anni e mezzo per arrivare al risultato (comunque sempre meglio dei cinque occorsi tra il 1574 ed il 1579 per ottenere la fondazione del convento dei Cappuccini), ma fu un risultato importante, riportando la pace tra l’autorità civile e quella ecclesiastica a San Casciano, favorendo la crescita religiosa della nostra comunità ed elevando la nostra chiesa ad un rango degno di ospitare gli obblighi liturgici di Vescovi e Cardinali che numerosi ricorrevano alle nostre acque termali nel XVII e XVIII secolo.

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