Il Tenente in Africa: Dino Manciati

La famiglia Manciati non fu particolarmente fortunata con i suoi figli militari, anche il Tenente Dino Manciati (nato il 29 maggio 1893) trovò la morte in azione, non sotto la neve alpina come il fratello Arturo, ma sotto il sole africano, cadendo il 15 novembre 1935 sulle rive del Tacazzè “mentre noncurante di se stesso compiva sereno il suo alto dovere per la grandezza dell’Italia imperiale”.

Siamo in piena offensiva contro il Negus Hailé Selassié, Mussolini quattro giorni prima aveva ordinato l’avanzata del Corpo d’Armata Indigeno del Generale Alessandro Pirzio Biroli sull’Amba Alagi e del 2° Corpo di Armata del Generale Pietro Maravigna oltre il Tacazzè. Il Generale Emilio De Bono, che aveva appena preso Macallè, era contrario a proseguire l’iniziativa date le difficoltà logistiche derivanti dall’allungamento della linea del fronte, dalla necessità di consolidare le posizioni raggiunte e creare le infrastrutture stradali per rifornire l’esercito. Le critiche alle direttive di Mussolini portarono alla sostituzione di De Bono con Pietro Badoglio, avvicendamento che avvenne il giorno prima della morte del Tenente Dino Manciati. Il rafforzamento della linea del fronte Arresa-Adua-Tacazzè era uno degli obiettivi prioritari del Maresciallo Badoglio.

A fronteggiare gli italiani sul Tacazzè c’erano le truppe del dejac Ajaleu Burrù, circa 35/40mila uomini, e in un’azione contro di essi cadde Dino Manciati.

Il 30 settembre 1935 era morto anche Don Giuseppe, il 16° Arciprete di San Casciano, quindi con Dino si conclude la breve ma prestigiosa impronta della famiglia Manciati nella storia sancascianese con un farmacista (Pilade), due Arcipreti (Francesco e Giuseppe) e due caduti in guerra (Arturo e Dino).

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