Gli spagnoli alle terme: Manuel de Moura Corte-Real

Il 6 luglio 1634, ospite di Giulio Drelli, registriamo l’arrivo di Manuel de Moura Corte-Real, secondo marchese di Castel Rodrigo, Ambasciatore del Re di Spagna a Roma.

Manuel de Moura Corte-Real in realtà era portoghese, ma al servizio del Re di Spagna Filippo IV visto che le due corone di Spagna e Portogallo furono unite dinasticamente dal 1580 al 1640 (l’Unione Iberica). Il suo ingresso a servizio della corona asburgica avvenne nel 1615 a venticinque anni.

Dal 1632 al 1641 sarà Ambasciatore a Roma e qui dominerà la scena nella Città Eterna, sia come mecenate che come organizzatore di feste e spettacoli con gran profusione di mezzi, promuovendo il connubio tra l’arte e la diplomazia. Si impegnò nel finanziare la costruzione dei conventi di Sant’Isidoro e, soprattutto, di San Carlo alle Quattro Fontane, la cui progettazione era affidata a Francesco Borromini con il quale l’Ambasciatore stringerà un rapporto di amicizia.

Dal 1642 al 1644 svolse la sua attività a Vienna e quindi fu nominato Governatore dei Paesi Bassi a Bruxelles dove ebbe un ruolo determinante per arrivare alla conferenza di pace di Münster. Tornato a Madrid il 14 gennaio 1648 fu Mayordomo Sindaco del Palazzo Reale. Morì nel 1651.

Probabilmente a San Casciano non avrà organizzato feste, ma la sua presenza non passò di certo inosservata dato che oltre la moglie, Leonor de Melo, aveva portato altre tredici persone al suo seguito, forse il gruppo più numeroso registrato nel ‘600 e ‘700, il che ci fa anche scoprire come l’ospitalità dei Drelli fosse una delle più qualificate di San Casciano.

Con il Marchese di Castel Rodrigo ci ricolleghiamo alle storie del Cardinale Borromeo e dell’Arcivescovo di Parigi, soprattutto per quanto riguarda i riferimenti ai Promessi Sposi, l’attività diplomatica dell’Ambasciatore dipendeva oltre che dal Re anche dal Primo Ministro Gaspar de Guzmán y Pimentel, Conte di Olivares, che oltre ad essere contrapposto all’altrettanto potente Primo Ministro francese Cardinale Armand-Jean du Plessis de Richelieu (protettore di Jean-François Paul De Gondi Cardinale di Retz e Arcivescovo di Parigi) è anche lui ricordato nei Promessi Sposi (V capitolo) nella discussione fra il Conte Attilio e il Podestà durante il banchetto nel palazzotto di Don Rodrigo: il signor cardinale di Riciliù farà un buco nell’acqua. Mi fa pur ridere, quel caro signor cardinale, a voler cozzare con un conte duca, con un Olivares. Dico il vero, che vorrei rinascere di qui a dugent’anni, per sentir cosa diranno i posteri, di questa bella pretensione. Ci vuol altro che invidia; testa vuol esser: e teste come la testa d’un conte duca, ce n’è una sola al mondo.

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